Il 16 maggio del 2001 è nato Adamo, figlio di mio figlio Angelo e di sua moglie Silvia.
Dopo un mese forse dalla nascita il bambino è stato affidato per qualche giorno alla nonna Magda e a me. Ma una di quelle sere, rientrando, sono andato nella stanza da letto, dove il bambino dormiva. C’era un silenzio ovattato. Sono entrato in un luogo di mistero dove quella copertina su quel corpicinio incuteva un sentimento di reverenza. Si celebrava la vita nella sua accezione nascosta e potente. La sua vita, contemporanea alla mia, pur nello sfasamento anagrafico. Ecco, ti voglio dire che lì, quella volta ti ho incontrato. Tu eri, e sei anche ora, un riassunto di tutto quello che ti ha, ci ha preceduto. Nei tuoi occhi mi spingo fino ad un futuro inimmaginabile.